“Istinto di morte e conoscenza” e l’interpretazione dei sogni1

ABSTRACT

Alla scoperta della fantasia di sparizione e delle dinamiche pulsionali presenti nel non cosciente corrisponde un modo particolare di interpretare i sogni. Nel capitolo di Istinto “L’intuito dell’analista come elemento fondamentale del lavoro di psicoanalisi” Fagioli sosteneva che affinché ci sia lavoro analitico è necessario la partecipazione al rapporto e l’interesse nei confronti del paziente: l’intuito assume un’importanza fondamentale. <<Intuito nel senso di capire la vera situazione psichica del paziente>>. Se ciò è vero in generale lo è anche in relazione all’interpretazione dei sogni che sono riportati in gran numero nel saggio. Come riportato nella premessa alla prima edizione si rifiuta il metodo classico delle libere associazioni poiché esse costituiscono un’imposizione al paziente di un pensiero incoerente e frammentario <<(…) considerando invece libere associazioni tutte le comunicazioni che il paziente stesso fa con il suo modo di essere verbale e extraverbale>>. A partire dall’ L’interpretazione dei sogni di Freud che sembrava avere introdotto un paradigma rivoluzionario, nella pratica clinica l’interpretazione delle immagini oniriche ha perso sempre più importanza nel corso del novecento: ciò era dovuto sia alla concezione del sogno come soddisfazione allucinatoria del desiderio, ritenuta erronea da molti analisti, sia alla concezione dell’inconscio e dei processi primari ritenuti dereistici e dissociati cioè staccati dalla realtà. Con la psicologia del Sé (Hartmann, Lowenstein, Kris, H. Kohut) viene attribuito al sogno una funzione di problem solving, di regolazione e riparazione dei processi psichici in linea con un’idea di una autoregolazione omeostatica del pensiero dovuta alla presenza di strutture innate. Scrive Joseph D. Lichtenberg:

<< (…) le reti neurali legate alla sopravvivenza e alla ricompensa, le reti neurali che regolano l’omeostasi, quelle delle cortecce sensoriali primarie così come i modi subsimbolici e non simbolici sono funzionanti fin dalla nascita. L’emergere del sonno REM nell’utero offre un forte sostegno all’ipotesi che la codifica simbolica immaginativa, nella sua forma più antica, sia già presente alla nascita>>.

L’idea di strutture innate che regolano il sogno e il sonno va in contrasto con le moderne concezioni delle neuroscienze.

Di fatto quest’ultima impostazione non coglie le dinamiche pulsionali più profonde: senza prendere in considerazione queste ultime il lavoro di psicoterapia corrisponde ad un assetto esibizionistico e nozionistico del terapeuta.

Ci sono numerosi esempi di interpretazione dei sogni da parte di Fagioli che concentra la sua attenzione sulla pulsione di annullamento: paradigmatico il sogno di “Storia di un caso” << Dal balcone di casa- racconta il paziente- una donna in macchina si sfracella di sotto>>.

Nel sogno viene rappresentata la pulsione di annullamento messa in atto nei confronti della madre allo svezzamento con conseguenze catastrofiche e fantasticherie di regressione intrauterina: l’intensificarsi di questa dinamica lo porterà ad un tentativo di suicidio gettandosi da un balcone. Secondo lo psichiatra dell’Analisi collettiva soltanto attraverso il “vedere psichico”, mediante la possibilità di percepire gli stati d’animo altrui da piccoli segni si può trovare il concetto di intuito. Quindi percezione-intuito o percezione-fantasia. Bisogna ricordare come la “percezione delirante” del poeta verrà sostituita, sempre nel 2011, da Fagioli con il concetto di percezione-fantasia. L’interpretazione dei sogni ha il suo punto di partenza nell’ascoltare con fantasia e ricettività cogliendo la realtà interna dell’altro senza alterarla e andando oltre il linguaggio cosciente. Si può pensare che l’interpretazione delle immagini oniriche presupponga che percezione e fantasia siano legate dalla parola simultaneo? Al contrario della percezione delirante dove la simultaneità fra percezione e coscienza abnorme di significato determina una perdita di senso nel rapporto interumano e quindi un “minus”, la simultaneità fra percezione e fantasia nell’interpretazione dei sogni può essere il presupposto per creare un pensiero nuovo che è conoscenza profonda della realtà mentale dell’altro. In “Istinto di morte e conoscenza” si teorizza quindi una possibilità di percezione-intuizione non cosciente in un duplice senso: percezione del non cosciente altrui e percezione a partire dalla propria realtà non cosciente. In questo senso fondamentale è l’assetto interno dello psicoterapeuta che non percepisce le immagini del paziente, che potrebbe essere proiezione, ma il suo stato d’animo cioè le sue pulsioni. L’intuito è utilizzabile bene, non confuso cioè con la proiezione, quando è l’interesse, l’investimento sessuale a costituire la base del rapporto con l’altro. Nel rapporto terapeutico e nell’interpretazione dei sogni è la pulsione di annullamento che va intuita perché << (…) potrà solo essere intuita perché il paziente non ce la comunicherà mai. Perché per sé stessa, essa non ha immagini e non può essere comunicata ai sensi fisici>>. Come chiarisce Fagioli la non esistenza dell’oggetto è “fantasia” ma non immagine nel senso comune della parola.

 

Note

  1. Abstract elaborato nell’ambito di una ricerca di gruppo coordinata da Domenico Fargnoli, a cui hanno par-tecipato: Emanuela Atzori, Paola Bisconti, Irene Calesini, Ludovica Costantino, Donatella De Lisi, Francesco Fargnoli, Domenico Fargnoli, Maria Gabriella Gatti, Dori montanaro, Barbara Pelletti, Ilario Ritacco

 

Bibliografia

  • Eissler, K. R. (1991). Un addio a L’interpretazione dei sogni di Freud. Psicoterapia e Scienze Umane, 1, 13-32.Fagioli, M. (2010). Istinto Di morte E conoscenza. L’Asino d’oro edizioni.
  • Fagioli, M. (2016). Materia Energia Pensiero. Lezioni 2011. L’Asino d’oro edizioni.
  • Freud, S. (1966). Opere: L’interpretazione dei sogni. 3. Boringhieri.
  • Lichtenberg, J. D., Lachmann, F. M., & Fosshage, J. (2020). Il Sè prende vita. Giovanni Fioriti Editore.
  • Mertens, W. (2000). L’interpretazione dei sogni, cent’anni dopo. Psicoterapia e Scienze Umane, 1, 5-30.
  • Migone, P. (2006). Come la psicoanalisi contemporanea utilizza i sogni. Il ruolo terapeutico, 72-82.
  • Rezzonico, G., & Liccione, D. (2004). Sogni E psicoterapia: L’uso del materiale onirico in psicoterapia cognitiva. Bollati Boringhieri.