“Gli artisti hanno pensato che la nascita è dolore” (M.F. Left, n.3/2015)
Questo intervento vuole porre in relazione la teorizzazione di Massimo Fagioli con il panorama delle arti visive e performative e della critica artistica coevo alla pubblicazione di Istinto di Morte e conoscenza. Partendo dall’analisi di una serie di manifestazioni, scritti critici e opere allestite, pubblicati e realizzati dal 1970 e oltre, la ricerca propone un confronto tra gli orientamenti filosofici e culturali del pensiero artistico post Sessantotto e la “teoria della nascita”. La ricostruzione parte da due collettive del 1970: Amore mio e Vitalità del negativo, curate da Achille Bonito Oliva rispettivamente a Montepulciano nel giugno, e nel dicembre, a Roma, che anticipano molti di quei temi e ideologie che caratterizzeranno il nuovo decennio, mostrando l’urgenza degli artisti di porre l’uomo al centro dell’arte, spostando la ricerca oltre il percepito e la rappresentazione, per addentrarsi negli ambiti più profondi dell’esperienza e dell’identità umana mentre i critici rinunciano alla mediazione e all’interpretazione dell’opere, partecipando con i loro scritti e in maniera quasi paritaria all’attività espressiva degli artisti.
Nel primo catalogo, ABO concepisce il suo contributo come una sorta di poème en prose sulla falsariga della Igitur ou la Folie d’Elbehnon (1869) di Stéphane Mallarmé, dove l’autore francese racconta in chiave autobiografica del superamento di un lungo blocco creativo dopo una crisi psicotica; Il critico pubblica una sequenza di otto pagine vuote e altrettante campite dalla reiterazione del suo volto senza espressione sulle quali, entro piccoli segmenti di testo, si svolge la narrazione di un suicidio come realizzazione del pensiero “lavoro lucido per procedere fuori di sé (…) atto ideale, già impersonale, dove pensare e morire si esploravano nella loro verità reciproca”. Nel catalogo della seconda rassegna, è Bonito Oliva a spiegare la radice e l’uso di quel termine che, associato a “vitalità”, era stato selezionato per il titolo della manifestazione, ispirato ovvero “all’amore per Nietzsche e per la filosofia del negativo tedesca, in un momento in cui tutti avevano paura di riprendere questi filoni che venivano considerati pericolosi”, trovando corrispondenza nella locandina, dove il “David” di Michelangelo è reso come una silhouette nera su sfondo bianco dove il “negativo” filosofico si traduce in quello psicoanalitico del tema dell’ombra di matrice junghiana.
Questa premessa trova significato in particolare se letta per esempio in relazione a L’anti-Edipo. Capitalismo e schizofrenia di Gilles Deleuze e Félix Guattari, pubblicato nel 1972, riconosciuta fonte ideologica per ABO e per il gruppo di artisti che hanno animato la scena romana in quegli anni. I due autori francesi attuano sul piano filosofico un incontro tra Micheal Foucault con Friedrich Nietzsche e Karl Marx e sul piano psicoanalitico, partendo dalla critica di Wilhelm Reich su Sigmund Freud, arrivano alla teorizzare la valenza “vitale” della schizofrenia come strumento di liberazione dell’individuo nella società che trova nel mondo delle arti uno dei terreni più fertili in cui approdare; A questo assunto, Fagioli introduce invece la visione dell’istinto di morte come fantasia di sparizione e lo scardinamento del nesso dissociazione-creatività.
L’intervento si propone di precisare in quale misura abbiano potuto incidere eventi e scritti come quelli che sono stati citati, nella scrittura Istinto di morte e conoscenza, di ricostruirne il reale rapporto dell’autore e del volume con la cultura artistica del suo tempo e verificare, al di là della storiografia che ci è stata consegnata, se sia esistita una ricezione o un allineamento della teoria della nascita da parte di alcuni critici e artisti. L’emergenza di temi fondamentali come la nascita, l’erotismo, la morte, tanto significativa da diventare argomento e titolo di una mostra curata da Alberto Boatto nel 1974, condusse a espressioni artistiche dai toni e contenuti spesso molto disturbanti che tuttavia rimangono comunque come testimonianza di una necessità di approfondimento e conoscenza generalmente avvertita. Lo studio sarà condotto attraverso una lettura e analisi dei passaggi di Istinto di morte e i successivi approfondimenti sull’elaborazione teorica e sul suo contesto storico culturale sviluppati dall’autore in sedi quali le lezioni dell’Università degli Studi di Chieti (2002-2012, pubblicate tra il 2009 e il 2021 da L’Asino d’oro Edizioni, Roma), il corpus di articoli pubblicati sul settimanale Left poi confluiti nella serie di volumi Left (2006-2017, pubblicati tra 2009-2019 da L’Asino d’oro Edizioni, Roma) e altre fonti dell’autore che si riterranno utili. Questa indagine correrà in parallelo con uno spoglio e verifica di fonti dirette, cataloghi, recensioni di mostre e scritti di artisti, con l’aiuto di alcune riviste di settore, significative per il periodo in oggetto, come NAC (1968-1974) o Marcatrè (1963-1972).
Principali riferimenti bibliografici
- Bonito Oliva, A. (Ed.) (1970) Amore mio, Firenze: Centro Di.
- Bonito Oliva, A. (Ed.) (1970) Vitalità del Negativo nell’arte italiana 1960/70, Firenze: Centro Di.
- Chiodi, S. (Ed.) (2016) Ghenos, Eros e Thanatos e altri scritti sull’arte di Alberto Boatto 1968-1985 Roma: L’Orma.
- Dario, M., Del Missier, G., Stocco, E., & Testa, L. (2016) Psichiatria e psicoterapia dell’Unità d’Italia ad oggi. Roma: Asino d’oro.
- Belloni, F. (2012) Approdi e vedette: Amore mio a Montepulciano nel 1970. Studi di Memofonte, 9, 121-165.
- Belloni, F. (2013), 1970-1974 temi, passaggi, contropartite in Lancioni, D., (Ed.) Anni 70. Arte a Roma (pp. 32-41) Roma: Iacobelli.
- Fagioli, M. (1999) Le notti dell’isteria Il sogno della Farfalla, 8, n. 1.
- Frangi, S. (2008) Il negativo fecondo. Dinamiche della ideazione e della creazione artistica tra Platone e Merleau
- Ponty. ACME Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano, 61, n. 3.
- Golan, R. (2014) Vitalità del negativo/Negativo della vitalità. Artists Design Exhibitions: A special issue, 150, 113-132.
- Knapp, B. (1977) Igitur or Elbehnon’s Folly”: The Depersonalization Process and the Creative Encounter. Yale
- French Studies, 54, 188-213.
- Lancioni, D. (Ed.) (2013) Anni 70. Arte a Roma. Roma: Iacobelli.
- Zuanazzi, G. (1987) La Concezione del negativo in C. G. Jung. Rivista di Filosofia Neo-Scolastica, 79, n. 3, 420- 444.