La fiducia dei progressi sociali, giuridici ed economici successivi alle stagioni costituzionali vissute in Europa nel Dopoguerra è minata dalle recrudescenze di antichi recinti quali la guerra, il pensiero religioso e le disuguaglianze. Il ritorno della crisi potrebbe essere dovuto alla parziale realizzazione del senso di valori comuni quali libertà ed uguaglianza.
Le radici del costituzionalismo contemporaneo europeo affondano nelle conquiste illuministiche della Dichiarazione d’Indipendenza americana e nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.
Se in quel passaggio di oltre due secoli fa si portava a (parziale) realizzazione l’idea di libertà degli individui, nel Dopoguerra si è tentato di riconoscere all’intera umanità tali libertà, grazie all’idea di uguaglianza tra gli esseri umani che li rendeva tutti titolari dei medesimi diritti.
Il rapporto tra libertà ed uguaglianza, su cui le società occidentali si fondano, ha seguito percorsi accidentati che hanno portato a mettere in contrapposizione i due valori.
Questo articolo intende ripartire dai limiti del suddetto percorso per provare a coniugare in maniera efficace libertà ed uguaglianza.
Il riferimento della nostra ricerca è la teoria della nascita di Massimo Fagioli che, scoprendo la fantasia di sparizione al momento della nascita umana, in quanto capacità d’immaginare, ha svelato la natura sana, non violenta e creativa del non cosciente, caratteristica specifica di ciascun essere umano. Inoltre, Fagioli dimostrando l’origine biologica del non cosciente, sancisce la fusione tra la realtà del corpo e mentale degli esseri umani. La dinamica della fantasia di sparizione, come pulsione di annullamento verso la realtà naturale del mondo, fa rivolgere il neonato verso un altro essere umano, e questo pensiero dimostra la sua naturale socialità. Poiché questa dinamica è stata scientificamente provata come presente in ciascun individuo, la teoria della nascita codifica l’uguaglianza tra tutti gli esseri umani. La realtà della nascita, sviluppata nel corso del tempo, porta ciascuno a realizzare la propria identità individuale e quindi alla formazione di una società di esseri umani uguali e diversi. Una identità individuale che non è individualismo.
La teoria di Fagioli confuta millenni di elaborazioni filosofiche basate sul Logos occidentale, che hanno sancito la scissione tra la ragione e l’irrazionale negli esseri umani considerando la prima come caratteristica peculiare della specie umana e su questa hanno identificato concetti fondamentali quali identità umana, libertà ed uguaglianza. Le conseguenze di questa impostazione sono visibili trasversalmente in tutte i campi di studio afferenti all’essere umano.
Per le ragioni suddette, nel corso della nostra ricerca sarà imprescindibile esaminare i limiti che gli approdi degli studi antropologici e filosofici hanno generato in relazione ai concetti di libertà ed uguaglianza incorporati nei documenti costituzionali delle maggiori democrazie occidentali. esclusivamente al razionale per poi concentrarci sulle implicazioni che i due valori avrebbero nelle scienze sociali se legate al non cosciente.
Innanzitutto, partiremo cercando di riassumere il senso di libertà ed uguaglianza alla luce degli scritti di Massimo Fagioli e della sua teoria scientifica sul non cosciente. Successivamente all’illustrazione di questi due concetti legati alla realtà umana irrazionale, potremo effettuare una lettura nuova delle suddette scienze che si sono sempre basate sul pensiero razionale.
L’antropologia si è sempre concentrata sui comportamenti e le caratteristiche fisiche dell’essere umano, partendo dall’imposizione della visione occidentale di essere umano razionale che nella percezione meramente fisica del diverso vede una realtà materiale non umana, consolidando il primato del Logos.
Nel campo della filosofia e della religione intendiamo partire dalle origini del pensiero razionale dell’essere umano, in particolare concentrandoci sulle codificazioni più rilevanti che hanno sancito la natura non umana o violenta dell’irrazionale e che Fagioli identificò nel peccato originale, nell’animalità del Logos occidentale, nel nulla della mistica ebraica e nel male radicale di Kant.
Sui piani sociali e politici si ravvisa la presenza di valori e principi codificati in testi costituzionali e Carte dei diritti la cui applicazione è limitata perché, nel sistema culturale globale, libertà ed uguaglianza sono utilizzati come “convenzioni” per tenere razionalmente l’equilibrio della società.
Portando libertà ed uguaglianza al non cosciente, vorremmo contribuire a dare un senso umano a questi due principi e conseguentemente a quelli di solidarietà, integrazione, cooperazione sviliti dai nazionalismi, dal neoliberismo e dalla religione. Legando libertà ed uguaglianza al non cosciente si può rispondere alle questioni globali come violenza fisica, psichica e culturale sulle donne, migrazioni e crisi ambientale.
Come metodologia oscilleremo tra lo studio di autori ed esperienze che più si sono avvicinati al superamento dell’idea di essere umano come razionale e quelli che invece hanno attaccato il non cosciente, sancendone ora la natura disumana, ora l’inconoscibilità.
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