Massimo Fagioli in Istinto di morte e conoscenza, con la teoria della nascita, rivoluziona il concetto di desiderio considerato da sempre come una passione cieca che spesso porta alla distruzione e rifiuta totalmente il concetto di Freud, specificato nell’Interpretazione dei sogni: ‘Il primo atto di desiderio dovette essere un investimento allucinatorio del ricordo dell’appagamento 1 in cui il desiderio viene mischiato con l’allucinazione, il ricordo, l’investimento e la bramosia, termini che si intrecciano tra loro senza una reale definizione, confondendo, appunto, la mente di chi legge.
Il lavoro di Freud, infatti, aveva portato alla concettualizzazione che la ricerca della soddisfazione dei bisogni (la fame) da parte del poppante generebbe una forma di eccitamento e di tensione che sarebbe soddisfatta dalla madre. Il desiderio dunque sarebbe la percezione del soddisfacimento del bisogno primario legato al ricordo. In questo modo nascerebbe da qualcosa che si è perso, che manca e che è stato sperimentato come gratificante. Dunque, si desidera qualcosa di perduto e di non riconquistabile. Completamente all’opposto Fagioli teorizza che: ‘Il feto nell’utero, attraverso la cute, aveva la capacità di realizzare, recependo le qualità dell’oggetto (calma, calore) l’esistenza dell’oggetto’. Poi, con la separazione della nascita, ‘l’istinto di morte come fantasia di non esistenza del nuovo sé nato e in rapporto con la luce, conduce alla fantasia di esistenza dell’oggetto intrauterino come immagine di esso. Come memoria o traccia mnesica. Inconscio mare calmo 2. La fantasia-ricordo del precedente contatto con l’ambiente intrauterino, con il liquido amniotico, crea dunque, un vissuto di desiderio. Desiderio come possibilità libidica di tendenza neonatale verso l’oggetto. La concettualizzazione, considera quindi una realizzazione pulsionale (l’investimento sessuale) e l’attrazione verso (il desiderio) e non immagini, oggetti o idee proiettate sul seno. Questo perché la traccia mnesica, la memoria, dell’oggetto precedente non è dovuta a un’introiezione ma a una creazione neonatale interiore. La speranza-certezza da parte del neonato dell’esistenza di un altro essere umano che lo potrà scaldare e nutrire. Ne deriva che, nel neonato, il desiderio va inteso come concetto limite, perché legato anche alla soddisfazione di un bisogno alimentare. Dopo la pubertà, il desiderio troverà la sua originale definizione come desiderio della sostanza non legata a un bisogno ma a un’esigenza degli esseri umani. La sessualità così intesa e concettualizzata diventa preziosa matrice allo sviluppo del vedere, della conoscenza e del pensiero verbale 3.
La sessualità è realtà umana. È rapporto interumano al massimo grado che è rapporto uomo donna. È ricerca, perfezionamento, approfondimento, realizzazione di un rapporto sempre migliore, sempre più bello, che fa l’identità e non la distrugge. Realizzazione tra esseri umani uguali ma completamente diversi. Quando nudi, si abbandonano tutte le identità sociali e si torna a quel pensiero che nasce dalla realtà biologica 4.
Riferimenti:
1 L’interpretazione dei sogni. S. Freud (1899). Bollati Boringhieri, pag. 545
2 Istinto di morte e conoscenza. M. Fagioli (1972). L’Asino d’oro edizioni, pag. 61-63
3 Istinto di morte e conoscenza. M. Fagioli (1972). L’Asino d’oro edizioni, pag. 19
4 Due interviste a Massimo Fagioli. Il sogno della Farfalla n.4/2005. L’Asino d’oro edizioni