Dal gruppo insulina all’analisi collettiva, l’evoluzione della terapia di gruppo nella prassi di Massimo Fagioli

ABSTRACT

Lo scopo del nostro breve lavoro è di ricostruire dal punto di vista cronologico e teorico l’avvicinamento di Massimo Fagioli ad una prassi terapeutica basata sulla terapia di gruppo che, a partire dal 1975 e per più di quarantuno anni, ha costituito un pilastro fondamentale della sua metodologia. L’osservazione da cui siamo partiti, apparentemente paradossale, è che proprio in Istinto la terapia di gruppo non viene né utilizzata né nominata mentre molte sono le citazioni di episodi di psicoterapia individuale utilizzate per chiarire dinamiche transferali e interpretazioni. Andando tuttavia a ricostruire il percorso formativo di Fagioli appare invece assolutamente evidente un suo grande interesse per la terapia di gruppo iniziato fin dagli anni ’60 con il “gruppo insulina” e proseguito con grande passione con la comunità terapeutica di Kreuzlingen dove scelse di gestire un gruppo di pazienti gravi con l’unico aiuto di una assistente sociale e senza alcun supporto infermieristico e costruendo una situazione di totale autosufficienza dei pazienti stessi. I racconti di quella esperienza di assoluta avanguardia, dalla gestione del cibo, alla ammissione di nuovi pazienti attraverso una discussione di gruppo, esperienza poi trasportata a Roma nella clinica Napoleone e ben descritta da una bella intervista sul “Giorno” del 1964, lasciano ancora oggi sorpresi e ci spingono a comprendere . Il periodo dal 1964 al 1975, anno in cui riprende in modo del tutto inaspettato e originale la terapia di gruppo. è quello su cui vorremmo centrare la nostra riflessione. La formazione spontanea del gruppo nel 1975 e la risposta del terapeuta che lascia andar via gli psicoanalisti mentre accoglie una folla di sconosciuti sono segnali che fanno ipotizzare una realizzazione fondamentale di Fagioli che, avendo superato e trasformato in conoscenza le intuizioni di un tempo sulla validità del gruppo, lo affronta e lo gestisce in un modo totalmente nuovo. Sono avvenuti , in questi dieci anni , due eventi fondamentali, diversissimi ma strettamente collegati tra loro: il confronto-scontro con la teoria e la prassi psicoanalitica svolto affrontando e comprendendo dall’interno attraverso tutto il training analitico i limiti del freudismo, confronto-scontro che si concluderà nel 1976 con l’espulsione dalla SPI. La formulazione di una nuova teoria sulla realtà umana, centrata in particolare sulla dinamica della nascita come matrice delle possibilità affettive e libidiche dell’essere umano e sulla scoperta della pulsione d’annullamento come matrice della più grave patologia mentale e della violenza tra esseri umani. Ipotizziamo che questi due eventi il cui contenuto è da una parte la resistenza assoluta ad una ideologia che si rivelava nel tempo sempre più orientata alla normalizzazione degli individui invece che alla loro liberazione, e la formulazione di un pensiero che ridava speranza ad una idea di socialità e di possibilità nuove a partire da una fondamentale non violenza degli esseri umani, siano stati ovviamente strettamente collegati e abbiano portato, oltre che alla scrittura dei primi tre libri di Massimo Fagioli, anche alla possibilità e capacità di riprendere e trasformare la psicoterapia di gruppo in un modo assolutamente originale le cui caratteristiche si sono evolute nei 41 anni successivi e i cui contenuti più profondi toccherà a noi individuare nei prossimi anni.

 

Bibliografia

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