Il futuro è una porta e noi ora siamo la chiave1

ABSTRACT

L’adolescenza costituisce un periodo fondamentale della vita di ogni individuo. Si tratta di una fase di crescita densa di trasformazioni profonde e significative sia da un punto di vista fisico sia da un punto di vista psichico. La dimensione evolutiva che caratterizza il bambino fin dalla nascita appare durante l’adolescenza in tutta la sua potenza. Mai come in questi anni l’idea di cambiamento e di separazione da una situazione precedente risulta evidente. In questo passaggio all’età adulta, uno dei fili conduttori più importanti è il concetto di “apprendimento” in quanto inscindibilmente legato alla formazione dell’identità che è il nucleo centrale della crescita.

In tale processo il contesto sociale più significativo è la scuola poiché oltre ad offrire l’occasione di rapporti continuativi con i pari è il luogo deputato alla formazione e all’apprendimento. È noto che in questo periodo sono comuni momenti di crisi e difficoltà che, se da un lato si presentano come dimensioni fisiologiche che vanno incontro a risoluzione nel completamento del passaggio all’età adulta, dall’altra possono favorire l’emergenza di patologie psichiche importanti.

È altrettanto noto che laddove un ragazzo o una ragazza si trovi ad attraversare un momento di crisi è frequente che la scuola ed il vissuto scolastico rappresentino un fattore negativo che sommandosi ad uno stato di fragilità va ad aumentare il disagio e la sofferenza del soggetto.

L’ipotesi intorno alla quale verte questo lavoro è che alla luce di alcune proposizioni contenute nella teoria della nascita di Fagioli sia possibile, in un contesto scolastico proporre una forma di apprendimento e quindi di formazione dell’identità e della conoscenza che favorisca lo sviluppo e il consolidamento di dimensioni particolarmente fragili tipiche della fase adolescenziale.

In particolare ci riferiamo a pratiche didattiche di tipo attivo che stimolano il coinvolgimento degli studenti in modo tale da renderli partecipi del processo di apprendimento. L’interazione con i pari e con i docenti, soprattutto se finalizzata alla costruzione di un sapere, stimola continuamente il ragazzo/a a reagire attraverso una “capacità” che secondo Fagioli emerge alla nascita: la capacità di reagire. Tale capacità, che andrebbe a legarsi alla conoscenza, al pensiero e al rapporto interumano indirizzato sia verso il docente che verso i pari, costituisce essa stessa una forma di conoscenza che riguarda gli altri ma anche se stessi. In questo senso la scuola può ricordare ai ragazzi giorno dopo giorno il loro essere “esseri sociali proiettati nel futuro”P. Freire sostiene che ad ogni prospettiva pedagogica corrisponde una determinata visione dell’essere umano2 J. Bruner specifica che «le metodologie educative adottate nelle aule scolastiche si fondano su una serie di credenze popolari riguardanti la mente dei discenti [….] è evidente che diventa essenziale fornire agli insegnanti la migliore teoria sulla mente e aiutare gli insegnanti a capire le stesse teorie popolari che li guidano»3.

Riteniamo quindi fondamentale partire dalla visione dell’essere umano che Fagioli propone nel suo intero costrutto teorico e in particolare nel libro Istinto di morte e conoscenza perché una consapevolezza della funzionalità della mente umana, nello specifico relativa al periodo adolescenziale, orienti le decisioni prese in termini di pratiche e scelte didattiche per una scuola che si proponga come luogo dove crescita, formazione e benessere siano funzione uno dell’altra.

Non è certo un caso che il testo principale a cui facciamo riferimento abbia nel titolo la parola “conoscenza”. Quest’ultima costituisce un elemento centrale della realtà umana che fin dalla nascita “spinge” il bambino verso l’altro e verso il futuro. È indubbio quindi che, qualora questo anelito al conoscere rallenti o addirittura in forme patologiche si blocchi, il fisiologico processo di sviluppo del soggetto sia andato incontro a delle problematiche. L’attenzione del clinico rispetto alla socialità del ragazzo e al suo rendimento scolastico appaiono finalizzate a indagare questo aspetto che a livello psichico si può configurare a diversi gradi di patologia. La conoscenza è prima di tutto conoscenza dell’altro che si realizza nel rapporto attraverso la propria realtà non cosciente che permette o dovrebbe permettere l’orientarsi del soggetto nel mondo. Le capacità conoscitive si sviluppano dalla nascita durante il primo anno di vita quando il bambino nel rapporto con l’adulto significativo vive un rapporto profondissimo che, qualora la risposta affettiva in senso lato dell’adulto sia valida, confermerà e accrescerà la fiducia che il bimbo ha nelle proprie possibilità di conoscenza dell’altro. Crescendo il bambino sarà sempre più certo non solo che esiste la possibilità di stare bene con gli altri, ma anche di essere in grado di valutare gli altri orientandosi nel rapporto. La pubertà e l’adolescenza ripropongono un nuovo periodo di incertezza in cui la conoscenza si orienta verso il diverso da sé, ripropongono quel processo conoscitivo che si era sviluppato nel primo anno di vita, con la differenza che oltre all’Io della nascita, adesso il ragazzo si muove con una realtà interna in cui la conoscenza è più o meno valida a seconda delle conferme ricevute o meno dai rapporti vissuti con gli adulti significativi. La scuola può avere il grande compito di orientare questa incertezza fisiologica verso il rapporto e non verso l’individualità, consolidare la fiducia in se stesso del ragazzo, favorire il suo sviluppo mentale e affettivo in un processo prospettico che non lo blocchi nell’hic et nunc del voto, può incrementare quella vitalità che è insieme possibilità di resistenza e di realizzazione e insieme ha un grande sguardo verso quelle situazioni che stanno esondando dai margini della fisiologia verso un rischio di patologia che se individuato in questo periodo ha elevatissime possibilità di intervento e di guarigione.

Note

  1. Cfr A. Barbagli 2021 p. 47
  2. Cfr P. Freire , 1972
  3. J. Bruner 1997, p.75

Bibliografia

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