La clinica invisibile dell’invidia

ABSTRACT

Obiettivo

Il lavoro propone un’analisi dell’invidia alla luce delle scoperte di Massimo Fagioli, in considerazione dell’interesse che la letteratura psichiatrica -psicodinamica riserva a tale dinamica, considerata da molti autori come clinicamente significativa e fattore eziopatogenetico di alcuni disturbi mentali. È da prendere in considerazione l’enfasi posta nei disturbi di personalità, in particolare nel Disturbo di personalità narcisistico, sulla dinamica dell’invidia, che viene considerata elemento transferale comunemente riscontrato. Vengono altresì descritte le problematiche che insorgono nelle dinamiche controtransferali. Viene rilevato in un’altissima percentuale di questi pazienti un profondo senso di disagio (Eaton et al:J Pers Dis 31: 449-461) che difficilmente viene messo in relazione con l’invidia. L’angoscia   descritta nel paziente narcisista viene riferita ad una generica vulnerabilità piuttosto che alla specifica psicodinamica dell’invidia e l’incapacità di amare diventa un tratto caratteriale, e non l’esito di una precisa dinamica invidiosa.

Fondamentale inquadrare la primitiva matrice pulsionale dell’invidia che origina dall’istinto di morte e che arriva a renderla non cosciente e pertanto invisibile, non conosciuta.

Le diverse manifestazioni cliniche dell’invidia nel rapporto psicoterapeutico rappresentano sempre una sfida per il terapeuta, sfida che può essere affrontata solo con la conoscenza esatta di questa complessa dinamica.

Rilevanza

Alle autrici appare pertanto rilevante approfondire le espressioni coscienti e non coscienti dell’invidia ed esaminare le diverse manifestazioni cliniche nella nosografia psichiatrica, con particolare riguardo ai molteplici aspetti psicodinamici implicati nel fenomeno. Ci distingueremo da quanti considerano l’invidia legata ad una aggressività costituzionalmente determinata, proponendo i due momenti fondamentali di tale dinamica che compendiano l’essere e il non essere.  “odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior” (Catullo). Il poeta esprime qui la terribile sofferenza del vivere sentimenti potenti e opposti, senza sapere come ciò possa accadergli, indipendentemente dalla sua volontà. In questi versi troviamo rappresentato il dramma dell’ambivalenza di un rapporto possibile e impossibile con l’oggetto, ambivalenza che contraddistingue la dinamica dell’invidia e che è legata ai due momenti fondamentali della suddetta dinamica: la percezione-intuizione delle qualità dell’altro oltre il vedere fisico e l’invidia che rovina, guasta le qualità e le possibilità dell’oggetto.

Non sempre però si vive il tormento di questa scissione, perché quando si perde il momento dell’intuizione il soggetto invidioso rimane in rapporto con la realtà che lui stesso ha determinato, esiste solo la sua “verità” e sparisce la sofferenza del conflitto che legato all’attimo dell’intuizione aveva suscitato un desiderio, che diviene impossibile da soddisfare.

Consideriamo che la matrice primitiva dell’invidia è l’istinto di morte e partendo da questa considerazione rileviamo come vada ad alterare il rapporto di conoscenza della realtà e in particolare della verità umana.

Ci sembra inoltre significativo cogliere quell’investimento invidioso presente nella cultura attuale. Dimensione sottile, spesso invisibile, che, contenendo una negazione delle possibilità umane, diventa distruttiva di quanto potrebbe rappresentare la speranza e la lotta per la trasformazione e realizzazione degli esseri umani.

Metodologia

Questo lavoro propone una revisione critica della letteratura psicoanalitica più significativa; è importante ricostruire il percorso di questo concetto dalla storia della psicoanalisi alla attuale psichiatria psicodinamica.

Attraverso un’analisi approfondita della dinamica dell’invidia alla luce della teoria della nascita, verranno presentate riflessioni psicoterapeutiche sulla base dell’esperienza e della prassi clinica delle autrici.

Bibliografia

  • Abraham K. Opere, vol. 1 e 2, Boringhieri, Torino 1975.
  • Fagioli M. Istinto di morte e conoscenza (1972), L’Asino d’oro edizioni, Roma 2017.
  • Fagioli M. Teoria della nascita e castrazione umana (1975), L’Asino d’oro edizioni, Roma 2012.
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  • Fonagy P., Target M., Psicopatologia evolutiva. Le teorie psicoanalitiche (2003), Raffaello Cortina, Milano 2023.
  • Gabbard G.O., Psichiatria psicodinamica (1994), Raffaello Cortina, Milano 1995.
  • Klein M. Invidia e gratitudine (1957), Giunti, Firenze 2021.
  • Racker H. Studi sulla tecnica psicoanalitica (1968), Studi sulla tecnica psicoanalitica, Armando Editore, Roma 1984.
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