La diagnosi di percezione delirante apre la strada alla psicoterapia

ABSTRACT

Il lavoro prende spunto da un ampio dibattito (1) tenutosi a Milano negli anni ‘62 e ‘63,primo confronto su “Problemi di psicoterapia” tra alcuni degli psichiatri e clinici allora più attivi nella prassi e nella ricerca.

In tale contesto emerge l’interesse a considerare il rapporto medico-paziente come nucleo centrale della relazione terapeutica, nella malattia psichica grave.

In un’ottica psicodinamica si specula sui sintomi psicopatologici caratteristici della schizofrenia, che potrebbero rivelare quel quid del mondo incomprensibile del malato, importante da cogliere per indurre e dinamizzare il rapporto psicoterapeutico; le buone intenzioni si scontrano però con quel residuo di ineluttabilità che attribuisce ancora alla causa organica la genesi ditali malattie e con la corrente impostazione fenomenologica e psicoanalitica che ancora impedisce una visione del malato nella sua realtà di essere umano e nelle sue possibilità trasformative (1).

Il giovane Fagioli, già forgiato dalla personale esperienza clinica in ambito manicomiale, insiste sul significato della cosiddetta “creatività” dello schizofrenico, intesa come quella capacità del malato di creare un mondo inesistente, tentando di portare il dibattito al senso più profondo della comprensione della psiche.

Massimo Fagioli al tempo aveva già scritto l’ articolo sulla percezione delirante (2) cui seguirà a breve un articolo su “insulinoterapia e psicoterapia di gruppo” (3) dove esporrà le ricerche ed osservazioni cliniche maturate nell’ambito della sua esperienza a Padova; nel rapporto diretto con i gravi malati psicotici del reparto aveva vissuto un’esperienza particolare di comunità, che avrebbe poi proseguito nella prestigiosa Clinica di Kreuzlingen alla corte dell’anziano Binswanger.

È ambizione del nostro lavoro approfondire l’evoluzione del pensiero e della formazione del Dr. Fagioli, partendo dalla intuizione sulla percezione delirante, di cui saprà rilevare la caratteristica di immediatezza tra percezione e attribuzione delirante di significato, alla possibilità intuitiva della “praecoxghefuhl” (3), con cui cogliere il significato del sintomo per entrare nel mondo del malato, fino agli anni in cui scrive il suo primo volume di Teoria, (4) e cercare i nessi con la parallela evoluzione della sua prassi psicoterapeutica(5-6-7).

Iniziali scoperte che daranno presto origine ad una vera rivoluzione di pensiero sulla malattia mentale. (4-9-10-11)Rivoluzione che esige una separazione dal passato, in particolare dalla psicoanalisi di Freud, che aveva frenato la ricerca sulla patologia mentale e sulla cura per più di cento anni, ma anche una separazione da quell’idea millenaria che definiva la malattia mentale come “perdita della ragione” volutamente ignorando la realtà inconscia che veniva rappresentata come monstrum inaffrontabile.

Fagioli intraprende il suo percorso con un approccio nuovo rispetto a quello sia della psicopatologia classica (tenuta a freno dalla ricerca sulla causa organica della malattia mentale) che della psicoanalisi (disinteressata al concetto di cura ed inerme rispetto alla psicosi). Egli percepisce infatti la realtà umana come una dimensione soggetta ad un divenire che pertanto può modificarsi attraverso la psicoterapia, (7)basata sull’intuizione da parte del terapeuta dell’esistenza nel malato di una realtà mentale fisiologica e sana perduta che può essere ritrovata.

Il nuovo metodo prevede una ricerca più complessa rispetto alla medicina convenzionale: a partire dall’identità medica, che permette di acquisire quei concetti di sanità e malattia della mente basilari per la cura, si sviluppa quel filo di pensiero che proseguirà con le scoperte sulla nascita umana e che per mezzo di quella sensibilità ed affettività capaci di “vedere l’invisibile”, immaginerà le possibilità evolutive dell’essere umano, quella trasformazione della realtà psichica alla base delle possibilità di cura.

Un approccio che non cede neppure per un istante all’idea di un’origine organica della malattia mentale (6), ma che individua subito la causa nei rapporti carenti, in particolare quelli vissuti dal bambino nel primo anno di vita.(4) La scoperta, mai formulata prima, sulla nascita umana e sulla formazione del pensiero, identifica nella fisiologia della nascita e nella reazione alla luce, definita in seguito come fantasia di sparizione, il primummovens di una cascata di eventi (12), comuni a tutta la specie umana, che verranno esplicitati con una ricerca che proseguirà per tutta la vita (13-14), parallelamente alla prassi terapeutica.

Una nuova concezione della “percezione delirante” (15) che propone un’idea di accessibilità di quel fenomeno finora definito incomprensibile che è il delirio dello schizofrenico, rivelando il percorso mentale che conduce alla creazione di un mondo inesistente, che in qualche modo, pur nella sua assurdità, conserva quel tanto di umano che invoca l’intervento di una cura.

Bibliografia

  • 1) Fagioli, F.(Ed.).(2001).Problemi di psicoterapia nel 1962-63: un dibattito. Il sogno della farfalla, 1, 25-99 (dalle relazioni in AA.VV., “Problemi di psicoterapia”, Atti del I e II Corso di Aggiornamento, Milano 1962-1963.
  • 2) Fagioli, M. (2009).Alcune idee sulla percezione delirante paranoicale e schizofrenica. Il sogno della farfalla, 3, 9-22.
  • 3) Fagioli, M.(2010). Insulinoterapia e psicoterapia di gruppo: valore psicoterapeutico del senso della schizofrenicità. Il sogno della farfalla, 1, 11-21.
  • 4) Fagioli, M.(2017). Istinto di morte e conoscenza (14th ed.). Roma: L’Asino d’oro.
  • 5) Armando, L. A. (1997). Storia della psicoanalisi in Italia dal 1971 al 1996. (2nd ed.)Roma: Nuove Edizioni Romane.
  • 6) Fagioli, F.(Ed.). (2002).Atti degli incontri di ricerca psichiatrica 2001. Roma. Nuove Edizioni Romane.
  • 7) Anzilotti, C.(2010). Psicoterapia di gruppo a Padova 1960-62. Il sogno della farfalla, 1, 5-10.
  • 8)Fagioli, F.(2005).Venticinque anni dopo. Interviste e scritti di Massimo Fagioli su “Lotta continua”. 1979-1981.Il sogno della farfalla, 1, 5-37.
  • 9) Fagioli, M. (2011).La marionetta ed il burattino (10th ed.). Roma: L’Asino d’oro.
  • 10) Fagioli, M. (2012). Teoria della nascita e castrazione umana (10th ed.). Roma: L’Asino d’oro.
  • 11) Fagioli, M. (2013).Bambino donna e trasformazione dell’uomo (8th ed.). Roma: L’Asino d’oro.
  • 12) Fagioli, M. (2019). Left 2016 2017. Roma: L’Asino d’oro.
  • 13) Fagioli, M.(2021). La psichiatria esiste?. Roma: L’Asino d’oro.
  • 14) Fagioli, M. (2021).La psicoterapia come psichiatria. Roma: L’Asino d’oro.
  • 15)Fagioli, M. (Ed.). (2003)Atti degli incontri di ricerca psichiatrica 1997, (2nd ed.) Roma: Nuove Edizioni Romane.