“La trasformazione fisica non esiste”. Aspetti teorici e implicazioni terapeutiche.

ABSTRACT

Camilla ha 14 anni, si reca allo sportello scolastico di supporto psicoterapico per problemi di ansia. Quando si presenta dice di voler essere chiamato John perché convinta di essere uomo anche se in un corpo femminile.

Che fare? Come reagire? Conviene accettare o rifiutare la richiesta di essere chiamati in un modo che non coincide con l’identità ufficiale?

La lista delle domande potrebbe essere lunghissima a questo proposito.

Sono numerose ormai le richieste e situazioni di questo tipo, in cui ragazzi criticano il cosiddetto genere binario, rivendicando di appartenere al sesso opposto di quello biologico, o a nessuno dei due sessi, o a tutti e due un po’. Attualmente questo è un tema molto discusso dagli adolescenti, che possono assumere posizioni eterogenee tra voler cambiare il proprio sesso o semplicemente rivendicare un nome, un vestiario o una vita sessuale diversa.

Le reazioni delle famiglie oscillano tra l’accettazione “amichevole”, adottando un nome del sesso opposto e sostenere il percorso di cambio sesso fino all’opposizione assoluta.

Nell’introduzione verranno brevemente citati dati epidemiologici di prevalenza e incidenza di problemi di identità sessuale sia nella popolazione generale, sia nello specifico in adolescenza1. In questo contesto interessanti sono anche dati sulla frequenza di terapie ormonali e/o chirurgiche di tipo transgender2.

Alla luce della teoria della nascita sosteniamo che dal punto di vista medico-psichiatrico la trasformazione fisica non esiste3. Laddove le suddette terapie siano un rimedio terapeutico a malattie endocrine e quindi del corpo, non è corretto utilizzare il termine trasformazione.

Il concetto che la parola trasformazione trova la sua lecita collocazione esclusivamente in riferimento a fenomeni mentali è stato esplicitato da Massimo Fagioli nella premessa a Bambino, donna e trasformazione dell’uomo, nota come “Se avessi disegnato una donna4”, scritta nel gennaio del 1996. Qui infatti leggiamo:”La trasformazione fisica non è rapporto con la realtà, è negazione della realtà in cui la trasformazione fisica è impossibile. Il rapporto con la realtà lo dà l’idea originaria di trasformazione per cui la trasformazione psichica è possibile; il rapporto con la realtà lo dà, sembra paradossale, l’inconscio, la fantasia inconscia che sa la trasformazione psichica5“.

In questa premessa Fagioli analizza lo scritto geniale di Franz Kafka, in cui viene descritta la trasformazione mostruosa di un inesistente Gregorio Samsa, regalandoci una almeno altrettanto geniale interpretazione fatta dall’autore di Istinto all’autore del libro “Die Verwandlung6” secondo cui quest’ultimo avrebbe intuito il concetto di trasformazione psichica e utilizzato l’immagine da lui inventata e “non disegnabile” dell’ “enorme insetto immondo” per parlarci della trasformazione che può avvenire al risveglio, cioè al passaggio dal sonno alla veglia, in cui regna sovrana la coscienza.  Sempre qui troviamo poi il confronto tra questo e uno scritto epistolare del presidente della Corte d’appello Schreber7. Nello scritto di suo pugno Schreber parla di se stesso e racconta di come “in uno stato tra sonno e veglia”, “nelle prime ore del mattino” ebbe “la rappresentazione che dovesse essere davvero bello essere una donna che soggiace alla copula”.

Non intendiamo in alcun modo esprimere giudizi morali a proposito della scelta di queste persone e neppure dibattere tematiche medico-legali, che ad esempio in Germania8 rendono piuttosto semplice cambiare nome e genere sulla carta di identità e intraprendere terapie ormonali o interventi chirurgici anche sotto i 18 anni di età. I problemi citati sopra però rimangono invariati e restano complessi anche in questo caso9.

Quello che ci sembrava importante è capire cosa rispondere a Camilla che si presenta dicendo di chiamarsi John.

Fondamentale a questo proposito la domanda contenuta in Istinto, che dovrebbe accompagnare ogni momento del nostro lavoro di psicoterapia rispetto alla comunicazione del paziente:

“Comprendo che il paziente mi sta dicendo?10“.

Il rapporto terapeutico, anche se ha caratteristiche peculiari, è parte della medicina, che è al contempo scienza, prassi e arte11. Fondendo queste tre dimensioni dovremmo essere in grado di fronte a Camilla di porci la domanda su cosa ci stia dicendo, per decidere se chiamarla Camilla, oppure John, oppure se sorridere e non chiamarla per nome. Questa modulazione nostra dipende dalla relazione terapeutica con quel paziente in quel momento.

Grazie alla teoria della nascita12 sappiamo che la trasformazione fisica non esiste. Ma non ci sogneremmo mai di dire al paziente schizofrenico che ci racconta all’inizio della terapia di sentire le voci, di non preoccuparsi, che tanto non esistono, se le inventa lui, ponendo quindi delle obiezioni razionali e non accettando di fatto il rapporto con il non cosciente13. Analogamente non ci viene in mente di affrontare nella prima seduta, per dire, il complessissimo tema dell’identità sessuale, a meno che non ci venga chiesto esplicitamente. Ma anche in questa situazione comunque dobbiamo valutare da caso a caso se e come rispondere. È evidente che l’identità anagrafica e biologica è un dato che non può essere annullato. Ma il rapporto nel setting14 dovrebbe coinvolgere soprattutto il non cosciente. Durante l’analisi collettiva15 Massimo Fagioli chiamava i partecipanti volta per volta “maglietta rossa”, “bionda” oppure “vent’anni” e curava senza sapere i nomi dei pazienti. Il nome non serviva per la cura, il delirio scompariva lo stesso, come pure l’atteggiamento provocatorio o isterico.

Note

  1. Goodman M, Adams N, Corneil T, Kreukels B, Motmans J, Coleman E. Size and Distribution of Transgender and Gender Nonconforming Populations: A Narrative Review. Endocrinol Metab Clin North Am. 2019 Jun;48(2):303-321. doi: 10.1016/j.ecl.2019.01.001. PMID: 31027541.
  2. Radix A. Hormone Therapy for Transgender Adults. Urol Clin North Am. 2019 Nov;46(4):467-473. doi: 10.1016/j.ucl.2019.07.001. Epub 2019 Aug 19. PMID: 31582021; Rowniak S, Bolt L, Sharifi C. Effect of cross-sex hormones on the quality of life, depression and anxiety of transgender individuals: a quantitative systematic review. JBI Database System Rev Implement Rep. 2019 Sep;17(9):1826-1854. doi: 10.11124/JBISRIR-2017-003869. PMID: 31021971; Karalexi MA, Georgakis MK, Dimitriou NG, Vichos T, Katsimpris A, Petridou ET, Papadopoulos FC. Gender-affirming hormone treatment and cognitive function in transgender young adults: a systematic review and meta-analysis. Psychoneuroendocrinology. 2020 Sep;119: 104721. doi: 10.1016/j.psyneuen.2020.104721. Epub 2020 May 31. PMID: 32512250; Zurada A, Salandy S, Roberts W, Gielecki J, Schober J, Loukas M. The evolution of transgender surgery. Clin Anat. 2018 Sep;31(6):878-886. doi: 10.1002/ca.23206. Epub 2018 Oct 20. PMID: 29732618.
  3. M. Fagioli, “Se avessi disegnato una donna” in Bambino donna e trasformazione dell’uomo (1980), L’Asino d’oro edizioni, Roma, 2013, pp. 29-64.
  4. ivi
  5. ivi, p. 61.
  6. F. Kafka, Die Verwandlung, pubblicato per la prima volta in Die Weißen Blätter, Eine Monatsschrift. Hrsg. Von René Schickele, Jg. 2 (1915), H. 10 (Oktober), S. 1177–1230.
  7. Nel 1903 il presidente della Corte d’Appello di Dresda Daniel Paul Schreber pubblicò a proprie spese un libro, intitolato Memorie di un malato di nervi, in cui descriveva con particolare vividezza e precisione I propri deliri paranoidi. Dell’importanza di quest’opera si accorse Carl Gustav Jung che, nel 1910, lo fece leggere a Freud, il quale utilizzò questi scritti, facendo di essi un famoso caso clinico: S. Freud, “Osservazioni psicoanalitiche su un caso di paranoia (dementia paranoides) descritto autobiograficamente (Caso clinico del Presidente Schreber) (1910)”, Opere vol. VI, Bollati Boringhieri, Torino, 1986 – 1980, pp. 335-406.
  8. M.Sittner, Gendermedizin. Zeit für gute Neuigkeiten, in Deutsches Ärzteblatt, Jg. 119, H.8, 25.02.2022, p.324.
  9. Cfr. Anche: https://dgti.org/2021/09/05/der-ergaenzungsausweis-der-dgti-e-v/. Per l’Italia cfr. il Decreto Legislativo del 1 settembre 2011, n. 150 Disposizioni complementari al codice di procedura civile in materia di riduzione e semplificazione dei procedimenti civili di cognizione, ai sensi dell’articolo 54 della legge 18 giugno 2009, n. 69 (11G0192).
  10. Come del resto risulta anche consultando il sito ufficiale della Associazione Professionale Mondiale per la Salute dei Transgender (The World Professional Association for Transgender Health): https://www.wpath.org/publications/soc
  11. M. Fagioli, Istinto di morte e conoscenza (1972), L’Asino d’oro edizioni, Roma, 2017, p. 31. Cfr. anche, ivi, Cap.1 La fantasia di sparizione, p. 14: “Ritengo invece che tutto ciò che accade in analisi, vada considerato nell’ambito della relazione globale, cosciente e inconscia, del paziente verso l’analista (transfert)e dell’analista verso il paziente (controtransfert)”.
  12. P. Fiori Nastro, Le origini del metodo medico in La medicina della mente, di A. Masini, D. Colamedici, G. Roccioletti, L’Asino d’oro edizioni, Roma, 2011, pp. 65 – 72 e Marcella Fagioli, Le origini del metodo psichiatrico, ivi, pp.72 – 85.
  13. https://massimofagioli.com/teoria-della-nascita/
  14. Cfr. M. Fagioli, La psichiatria come psicoterapia, L’Asino d’oro edizioni, Roma, 2021.
  15. Ivi e M. Riggio, Il setting e e A. Piazzi Il transfert in La medicina della mente, di A. Masini, D. Colamedici, G. Roccioletti, L’Asino d’oro edizioni, Roma, 2011, pp. 189 – 208.
  16. https://massimofagioli.com/analisi-collettiva/

Bibliografia

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