Psicopatologia dello sviluppo: linee teoriche, prassi clinica e risultati terapeutici

ABSTRACT

Seguendo il DSM-5 i disturbi dello sviluppo comprendono disturbi chiamati del neurosviluppo, definiti come disturbi che si manifestano nelle prime fasi dello sviluppo e caratterizzati da deficit del funzionamento personale, sociale, scolastico o lavorativo. Il deficit varia da limitazioni specifiche dell’apprendimento fino alla compromissione globale delle abilità sociali e dell’intelligenza : la disabilità intellettiva, i disturbi della comunicazione , il disturbo dello spettro autistico, l’ ADHD, i DSA e i disturbi del movimento. Esistono poi altri disturbi presenti nell’età dello sviluppo come i Disturbi d’ansia, dell’alimentazione, del sonno, dell’evacuazione, disturbo del movimento stereotipato nonché i Disturbi del comportamento come il Disturbo oppositivo provocatorio, l Disturbo della condotta e i Disturbi del comportamento dirompente. A mio avviso tutti questi disturbi sono accomunati dall’assenza di prove definitive sulla loro eziologia organica.

Molto si continua a scrivere sui sintomi e i criteri diagnostici, ma per l’eziologia di questi disturbi esistono poche certezze e nella prassi clinica l’intervento di cura sui minori che presentano questi sintomi è prevalentemente riabilitativo anzi per alcuni Disturbi del Neurosviluppo frequentemente si precisa che in realtà si tratta di ‘abilitazione’, in quanto si vuole sottolineare che il bambino non ha mai acquisito quella competenza deficitaria.

La somministrazione di psicofarmaci per molti di questi disturbi è molto frequente, nonostante i ripetuti allarmi per le possibili conseguenze. L’intervento più diffuso sembra indirizzarsi agli aspetti cognitivi-comportamentali del minore mentre i genitori vengono coinvolti soprattutto per aumentare la compliance del piccolo paziente alla terapia. Il parent training è un programma mirato a sostenere e orientare la coppia genitoriale nella gestione degli aspetti disfunzionali del bambino e della relazione con lui, ma non si rivolge alle dinamiche non coscienti del gruppo famigliare. Se è vero che durante il primo anno di vita, lo scambio emotivo tra il caregiver e il bambino influenza profondamente il futuro sviluppo di ogni essere umano, tuttavia anche negli anni della prima e seconda infanzia è altrettanto importante esplorare gli eventuali fattori di rischio per un sano sviluppo psicofisico del minore. Nel caso poi sia già presente un disturbo dello sviluppo, l’intervento con i genitori deve essere più precoce possibile.

In letteratura e nella prassi riabilitativa giustamente si valuta in modo positivo l’aver eliminato l’idea di colpa nei genitori per i disturbi dei figli in quanto l’idea di colpa attiene a una visione religiosa, mentre nella scienza è fondamentale la ricerca della causa di un fenomeno. Negli oltre quarant’anni di esperienza abbiamo ottenuto ottimi risultati quando abbiamo potuto individuare e affrontare, con un rapporto di psicoterapia ad orientamento dinamico relazionale ( teoria di Massimo Fagioli ), le immagini e gli affetti che i genitori agiscono non coscientemente nel rapporto con i figli che presentano questi disturbi. Per molti genitori, il profondo interesse per il benessere dei loro bambini si è dimostrato un fondamentale fattore di compliance alle psicoterapia.

In altre parole notiamo che questi genitori affrontano questo non facile percorso psicoterapeutico, perché desiderano fortemente il benessere dei loro figli. Dunque possiamo svolgere un regolare percorso di psicoterapia con tutti e due i genitori, sempre con setting, transfert e interpretazione dei sogni, ma separatamente o, spesso, con uno solo dei due. I genitori (o uno dei due genitori) spesso delusi dagli scarsi o nulli risultati dei trattamenti più comuni seguiti da anni, superano abbastanza facilmente il dolore di dover riconoscere i loro errori e traggono forza e sostegno dalle progressive risposte positive dei loro figli. La nostra ricerca si è rivolta all’individuazione di un nesso causale tra aspetti della realtà non cosciente del genitore e sintomo del bambino. Non abbiamo potuto lavorare su un grosso numero di casi e con tutti i disturbi sopra elencati ma i risultati di questa ricerca e prassi sembrano decisamente incoraggianti come si può leggere nel mio libro “La parola ai bambini” pubblicato di recente.

 

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