Ripensare l’apprendimento delle lingue altre come rapporto con il diverso da sé attraverso la teoria della nascita

ABSTRACT

Oggetto di studio della linguistica acquisizionale, le dinamiche di acquisizione della lingua materna nel bambino e delle lingue altre nell’apprendente adulto sono ampiamente indagate da diverse prospettive, con l’obiettivo primario di comprendere quale sia il modo migliore di insegnare le lingue straniere o seconde (lingue altre, L2). In questo campo della ricerca linguistica, pochi studiosi si sono occupati della realtà specificamente umana degli affetti, non riuscendo, nonostante il tentativo, a capire il nesso profondo tra questi e il linguaggio.

Nell’ambito dell’apprendimento delle lingue altre, alcuni fattori affettivi dell’acquisizione linguistica sono stati proposti da John H. Schumann (Schumann, 1978), il quale li ha sviluppati sulla base dalle riflessioni teoriche di Erwin Stengel (Stengel, 1939), Alexander Z. Guiora (Guiora, 1972) e Robert C. Gardner (Gardner, 2005); quest’ultimo, a sua volta, si è servito delle teorizzazioni di Orval Hobart Mowrer (Mowrer, 1950). Schumann considera fondamentalmente quattro fattori affettivi operanti nei processi di apprendimento di una L2: lo shock linguistico (language shock), lo shock culturale (culture shock), la permeabilità dell’Io (ego permeability), e la motivazione (motivation).

Analizzando le basi teoriche dalle quali tali fattori hanno preso forma, si rileva che essi, rifacendosi alla tradizione psicoanalitica, sono tutti riconducibili ad una fondamentale dinamica di identificazione: gli autori partono dal presupposto che l’acquisizione della lingua nativa (L1) nel bambino avvenga attraverso l’identificazione con la madre, e in seguito con il padre e con gli ideali della società in cui il bambino cresce, fino a diventare adulto. Conseguentemente, trasposti nelle teorie di apprendimento delle lingue altre, i fattori affettivi sono stati sviluppati in termini di capacità dell’apprendente di identificarsi con i parlanti e con la cultura della lingua da apprendere (lingua target, LT): lo shock provocato dall’uso di una lingua che non si padroneggia sarebbe connaturato alla rigidità dell’Io adulto (Stengel, 1939), così come lo shock conseguente all’immersione in una cultura nuova e diversa; sviluppare una pronuncia in L2 simile a quella dei parlanti nativi sarebbe possibile solo se l’Io è permeabile, ovvero se l’individuo riesce ad identificarsi con i parlanti della LT (Guiora, 1972); la motivazione ad apprendere una lingua altra, in particolare la motivazione di tipo integrativo (Gardner, 2005), non sarebbe legata alla spinta a conoscere e rapportarsi con i parlanti della lingua target, ma, come prevedibile, alla capacità di identificarsi con loro (Mowrer, 1950).

La ricerca qui presentata muove invece da una prospettiva opposta, basata sulla teoria della nascita, che ci offre la possibilità di ripensare un tema così importante e con ricadute sostanziali nel campo della didattica delle lingue:

  • in Istinto di morte e conoscenza (Fagioli, 2017) sono difatti contenute le basi per una nuova teoria dell’acquisizione linguistica, che permette di restituire profondità alla componente affettiva del linguaggio;
  • ne La marionetta e il burattino (Fagioli, 2011) troviamo inoltre teorizzazioni di fondamentale importanza dal punto di vista del rapporto didattico, del desiderio, dell’apprendimento e della conoscenza;
  • Teoria della nascita e castrazione umana (Fagioli, 2012), insieme ai primi due volumi, consente di comprendere la realtà del rapporto con il diverso da sé, e di leggere il rapporto con esseri umani di una diversa lingua, cultura, etnia, non in termini di identificazione ma di sviluppo dell’identità;
  • infine, in Bambino donna e trasformazione dell’uomo (Fagioli, 2013), oltre alle teorizzazioni di straordinario contenuto linguistico presenti nelle premesse, vi sono alcuni punti cruciali per la ricerca sul linguaggio, nei quali l’autore propone in forma incisiva il nesso tra investimento sessuale e creatività.

La ricerca di Massimo Fagioli sui temi inerenti all’acquisizione linguistica, naturalmente, non si limita ai quattro fondamentali volumi teorici, ma prosegue fino ai suoi ultimissimi scritti (Fagioli, Left 2016-2017, 2019). Ciò che preme evidenziare con questo contributo è, in primo luogo, l’innovatività della prospettiva sul linguaggio presente nella teoria della nascita rispetto al contesto di ricerca contemporaneo alla sua formulazione e pubblicazione; secondariamente, ma non per significatività, la ricerca qui proposta permette di sottolineare la rilevanza delle teorizzazioni di Fagioli nel campo attuale della linguistica acquisizionale e della didattica delle lingue.

I contenuti qui proposti sono stati realizzati sulla base di una ricerca linguistica volta ad indagare le dinamiche di acquisizione di una lingua altra nel contesto dei rapporti multilingue, relazioni tra parlanti di lingue native diverse. L’indagine sperimentale era mirata a comprendere come si impara una lingua quando ci si innamora di un diverso da sé: quando affetti e linguaggio, insieme, assumono il loro senso più profondo nella realizzazione della propria identità nel rapporto con l’altro.

Muovendo da questa realtà specifica di rapporto, verso una prospettiva universale delle dinamiche di acquisizione linguistica, attraverso la teoria della nascita è stato possibile concepire il processo di apprendimento di una lingua altra non come dinamica di identificazione, né in termini di confronto che provoca uno shock: piuttosto, possiamo pensarlo come rapporto dialettico tra l’identità di chi apprende e il diverso da sé, rappresentato da chi dà la lingua, dalla lingua stessa, dai parlanti di tale lingua, dalla cultura nella quale la lingua è immersa. La motivazione all’apprendimento, di conseguenza, può essere riletta in termini di bisogni ed esigenze di chi impara la lingua; la realtà affettiva dell’apprendente, contestualizzata nel rapporto, può essere ripensata come reazione al confronto con il diverso: reazione di crisi, di desiderio, di interesse per ciò che è nuovo e che può portare ad una nuova realizzazione di sé.

Il cambio di paradigma, che le teorizzazioni di Massimo Fagioli comportano in tutti i campi della conoscenza, permette di comprendere ciò che spinge gli esseri umani ad imparare una lingua altra, e di ripensare i fattori affettivi coinvolti nelle dinamiche di acquisizione linguistica in senso relazionale, realmente affettivo, realmente umano.

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