Verso una nuova identità del docente

ABSTRACT

Molte teorizzazioni e pratiche della psico-pedagogia degli ultimi decenni risultano per molti aspetti condivisibili, ma è soltanto con la teoria della nascita che si può pensare veramente ad una nuova identità docente.

La scuola è immersa nella realtà culturale, sociale, politica e ne respira tutte le problematicità che rendono molto complesso essere insegnanti nella scuola di oggi. Quando si parla di identità dell’insegnante sono molti gli aspetti da considerare per definirne la professionalità. In questo intervento intendiamo focalizzarci sull’importanza della relazione umana in ambito scolastico, mettendone in evidenza la specificità. Una relazione non valida rischia infatti di minare a monte l’efficacia dell’operato dell’insegnante. Innanzitutto è necessario avere ben chiaro che in un qualunque contesto educativo si stabilisce un rapporto psichico tra insegnante e alunni. Tale rapporto è caratterizzato da quello che potremmo chiamare un “diverso livello di sviluppo psichico” ed è proprio questo aspetto che ci porta ad alcune considerazioni. Quali sono i pensieri coscienti e non coscienti che l’adulto ha nei confronti di questo “diverso livello di sviluppo psichico”? Questa domanda è importante perché tali pensieri determinano il senso della relazione e guidano i comportamenti. Per esempio, in alcuni casi, può essere strisciante l’idea che gli adulti abbiano un “potere” nei confronti di bambini e ragazzi; non condividiamo affatto tale posizione, pensiamo che si possa invece parlare di “responsabilità” cercando, poi, di riempire di un senso nuovo tale parola. Parliamo di una responsabilità legata al fatto di voler essere accompagnatori attenti a quella realizzazione umana che è possibilità di ogni individuo. Quanto detto mette in evidenza l’importanza della concezione antropologica della natura umana.

Con la teoria della nascita si riconosce all’individuo un io originario, che certamente deve svilupparsi, ma che ha capacità di immaginare e una naturale spinta alla relazione umana: ci sono le basi per una realizzazione umana verso un’identità che vada oltre l’identificazione.

Questa nuova immagine dell’essere umano offre una idea di bambino e di adolescente che libera l’insegnante dal velenoso pensiero di avere a che fare con esseri umani che sono comunque da controllare o contenere o ai quali rivolgersi con “compassione”. L’idea stessa di “educazione” può caratterizzarsi in modo nuovo perché è possibile “fidarsi dei bambini”. Si polverizza l’antica diatriba tra permissivismo e autoritarismo nella ricerca di una autorevolezza che accompagni la verità della relazione. Valorizzare, anche nella scuola, l’espressione del pensiero e della creatività, come ricerca di realizzazione umana, offre ai giovani la possibilità di un reale benessere nello scoprire l’inganno di un pensiero dominante che ricerca solo soddisfazione di bisogni.

Per quanto riguarda l’attenzione che nella scuola è attribuita agli aspetti affettivo-relazionali sono presenti nella cultura diverse posizioni. Risulta sempre più debole, per le numerose smentite teoriche e sperimentali, la tendenza ad escluderne l’importanza nella prassi didattica. Nella scuola di oggi sono dominanti posizioni di stampo comportamentista-cognitivista accettate in modo acritico (qui si potrebbe argomentare la mancanza di una formazione dei docenti sugli aspetti psicologici) che accontentano, in modo limitato o addirittura ingannevole, la richiesta di intervenire difronte alle difficoltà legate alla sfera affettivo-relazionale che sono spesso presenti nel vissuto in classe. Non manca, anche se minoritario, un interesse ai diversi indirizzi psicoanalitici che, pur restituendo il dovuto risalto alla sfera degli affetti nella relazione educativa, si fondano sulle teorizzazioni di matrice freudiana. (Qui si può approfondire: dalle teorizzazioni post-freudiane della psicologia dello sviluppo, teorie dell’attaccamento, fino alle influenze di Foucault … ed ad autori con un certo credito dei nostri giorni es. Recalcati). Non mancano infine i più moderni riferimenti alle neuroscienze.

Sono numerose le teorizzazioni e le evidenze sperimentali che contraddicono la visione di un neonato narcisista, egocentrico, autistico ma soltanto con la teoria della nascita è veramente possibile riappropriarsi di una nascita umana sempre negata. Tale aspetto, recuperato con la conoscenza, offre all’adulto che si rapporta con bambini e adolescenti quella certezza che caratterizza la qualità della relazione e si rivela fondamentale difronte alle inevitabili incertezze che si presentano. La certezza della natura umana non violenta può offrire all’adulto quella calma che rende possibile la creatività richiesta anche nel rapporto così detto educativo.

 

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