Il lavoro di M.F. poggia sul metodo medico-scientifico: occorre partire dalla realtà biologica per arrivare a comprendere la formazione delle dinamiche originarie della realtà interna degli esseri umani. Di seguito riassunte alcune tappe fondamentali dello sviluppo della teoria della nascita:
− Pubblicazione nel 1962 di un lavoro sulla Percezione delirante e i successivi sviluppi del pensiero di M.F.
− Periodo di Padova (1960 – 1963) e introduzione di una novità assoluta sul piano metodologico: la psicoterapia per la cura della malattia mentale e non quello di sostegno agli interventi biologici.
− Dallo studio della percezione delirante M.F. getta le basi per la teorizzazione successiva, ovvero la scoperta della Pulsione di annullamento. Tali elaborazioni portano alla pubblicazione, nel 1972, della prima edizione di “Istinto di morte e conoscenza”.
− Dal sintomo patologico “pulsione di annullamento” al correlato fisiologico sano. M.F. elabora che la “pulsione” comincia alla nascita quando il neonato, passando dall’ambiente intrauterino alla vita della nascita, ha una reazione tale da rendere non esistente l’ambiente inanimato: “Fantasia di sparizione”.
− Nell’estate del 2006, compare la parola composta da due termini verbali: “Capacità di immaginare” derivante dalla lingua tedesca Vorstellungsvermögen. La capacità di immaginare, dopo aver ‘immaginato’ l’inesistenza del mondo non umano realizza, simultaneamente, la memoria-fantasia dell’esperienza avuta nel contatto della pelle con il liquido amniotico e la speranza-certezza dell’esistenza di un seno.
Il triangolo occhi-bocca: premessa sull’allattamento
Per F. il neonato al seno trova la sua prima relazione oggettuale ed ha la prima soddisfazione del desiderio: se viene soddisfatto, svilupperà una relazione sempre maggiore con le qualità umane proprie e altrui. Se deluso, può subentrare una dinamica di rabbia/introiezione del seno: “la fantasia di sparizione diventa pulsione di annullamento contro l’altro introiettato e proiettato”. Il vissuto neonatale è “alternanza continua di guardare-amare, introiettare-proiettare-far sparire”.
Il triangolo occhi-bocca
Il triangolo occhi-bocca è fondamentale “per poter seguire l’evoluzione dell’individuo da una realizzazione di sé come oggetto parziale a quella come oggetto totale e per poter intuire la contemporanea maturazione della libido da bramosa e avida a recettiva e investente l’oggetto. ”L’integrazione occhi-bocca diventa necessaria per arrivare a una “visione di realtà (principio di realtà)”. Le dinamiche da considerare in relazione al triangolo occhi-bocca sono le seguenti:
– introiezione dell’oggetto;
– introiezione dell’immagine dell’oggetto;
– assorbimento delle qualità, energia, libido dell’oggetto.
Dal triangolo alla piramide
M.F. approfondisce il triangolo concettualizzando la piramide, avente il triangolo come base “su cui si sviluppano la libido oggettuale-genitale e il pensiero verbale”.
Dal triangolo al riconoscimento del volto allo specchio
Il neonato intorno agli 8 mesi si riconosce allo specchio senza essersi mai visto prima e realizza la propria immagine interna della nascita. Tale dinamica “è il movimento per cui il sapere, che è sensazione della propria realtà umana, che è pensiero come capacità d’immaginare che diventa memoria, assume immagine definita nell’aver visto il proprio volto”. Di qui approfondimento su G. Samsa e Narciso.
21 parole … “Percezione cosciente, Fantasia, Linea, Senso, Volto ”
Nel riconoscimento del volto c’è il disegnare la linea intorno ad esso e la conoscenza di sé stessi come certezza dell’io diverso da tutti gli altri. “E’ ricreazione della nascita perché è separazione dal primo anno di vita, ma è creazione della capacità di fare la linea, che alla nascita era soltanto possibilità…capacità che non c’era”.
Materiali bibliografici
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