La disregolazione emotivo-affettiva in adolescenza: a quale regola sono sfuggite le emozioni? Una riflessione tra fisiologia, patologia e trattamento.

ABSTRACT

Introduzione

Il presente lavoro intende proporre una riflessione sul ruolo degli affetti in adolescenza. Attraverso una revisione della letteratura, analizzeremo il costrutto della disregolazione emotivo-affettiva, vedremo le ultime ricerche nell’ambito dell’attaccamento, della relazione diadica madre-bambino, della depressione Peripartum e del Child Neglect, nonché i principali approcci di intervento evidence based. Il nostro obiettivo è presentare la “teoria della nascita” dello psichiatra Massimo Fagioli inserendola nel panorama scientifico attuale ed evidenziare come, il metodo psicoterapeutico che procede mediante l’interpretazione dei sogni, possa essere un approccio favorevole al trattamento della disregolazione emotivo-affettiva e delle patologie psichiatriche ad essa correlate in età adolescenziale.

Adolescenza: tra fisiologia e patologia

Chiaramente l’adolescenza non è una patologia, in un’epoca in cui è sempre più forte la patologizzazione dell’età evolutiva, non ci sembra così scontato precisarlo. Riteniamo altresì fondamentale non sottovalutare situazioni che possono essere la spia di una seria condizione patologica. L’adolescente è chiamato a confrontarsi con una incertezza che coinvolge una molteplicità di aspetti: dall’immagine del corpo all’identità, alle relazioni, al proprio posto nel mondo. Interiormente può sentirsi sopraffatto dall’intensità e dalla complessità delle proprie emozioni e non riconoscersi nei mutamenti che osserva e vive nel proprio corpo. Ci preme sottolineare che l’adolescente non è soltanto protagonista involontario di una potentissima azione biologica, ma vive trasformazioni più profonde che riguardano l’immagine interna. Vogliamo comprendere  come mai, se l’adolescenza non è una patologia, rappresenti l’età di maggiore vulnerabilità all’esordio di patologie psichiatriche.

La disregolazione emotivo-affettiva – DEA

La DEA indica l’ incapacità di tollerare affetti di tono negativo quali noia, vuoto, sensazione di perdita, angoscia, depressione, irritabilità, rabbia, intensi e/o prolungati e di bilanciarli con affetti di tono positivo senza ricorrere ad oggetti esterni o acting comportamentali, ideazioni suicidarie, automutilazioni, uso di sostanze, somatizzazioni, disturbi dell’alimentazione, e disorganizzazioni comportamentali. Come vedremo, la ricerca ha confermato una stretta correlazione tra la DEA e le più frequenti patologie psichiatriche in adolescenza. Saper tollerare l’intera gamma di emozioni è infatti un fattore di protezione per l’adolescente, il quale è fisiologicamente portato ad essere più esposto ai mutamenti interni. Dove ciò non è possibile, come nella DEA, ecco che le emozioni tendono a non essere riconosciute come tali e vengono vissute come estranee, pericolose, destabilizzanti.

Il panorama scientifico

Secondo numerosi studi la DEA sarebbe da ricondurre in larga parte a stimoli ambientali sfavorevoli dal punto di vista affettivo nel contesto dei rapporti con le figure significative. Numerose sono le evidenze, supportate anche da studi di Neuroimaging, circa il ruolo dello stato psichico di salute della madre nello sviluppo emozionale del bambino. Gli ultimi studi sui disturbi del Peripartum hanno confermato che i figli di madri affette da depressione perinatale, presentano un rischio più elevato per l’insorgenza di disturbi dello sviluppo emozionale e che l’abuso infantile, così come la trascuratezza, possono predisporre i bambini a sviluppare problemi cronici e gravi di regolazione emotiva. I più recenti studi longitudinali di Caspi e colleghi (2014) hanno identificato il fattore che accomuna tutte le patologie psichiatriche, in grado di stabilire l’esito di una diagnosi indipendentemente dalla sua gravità. Questo “Fattore Psicopatologico Generale” è risultato strettamente collegato alla risposta fallimentare della madre o caregiver ai bisogni primari (affettivi) del neonato a partire dai primi giorni di vita. Alla luce di quanto emerge dalla letteratura, sembra evidente quanto la qualità del rapporto umano sia fondamentale per lo sviluppo emotivo-affettivo del nuovo nato e quanto questo costituisca le fondamenta per l’evoluzione di una identità sana, capace di muovere i propri affetti e le proprie emozioni in senso costruttivo e armonico nei confronti di sé stesso e degli altri esseri umani.

Trattamenti e approcci evidence based

Nella nostra esperienza clinica presso i servizi di salute mentale abbiamo constatato come, nel vasto panorama degli approcci psicoterapeutici, il maggior credito nel trattamento dei disturbi emotivi in adolescenza venga dato agli interventi di tipo cognitivo comportamentale, considerati evidence based poiché godono del vantaggio di essere misurabili secondo il metodo scientifico. Le più accreditate per il trattamento della DEA in adolescenza sono la Dialectical Behavior Therapy di Marsha Linehan, la Schema-Focused Cognitive Therapy di Young e colleghi, e la Social Skill Training. Senza ora entrare nello specifico di ciascuna, ci limitiamo a considerare ciò che le accomuna. In primo luogo, lavorano sulla modificazione dei cosiddetti comportamenti disfunzionali utilizzando diverse tecniche: dal problem solving, alla meditazione, all’analisi delle distorsioni cognitive, fino all’apprendimento di nuove abilità (skill) e strategie di coping più funzionali per la persona nel suo contesto di appartenenza. In secondo luogo, promuovono l’accettazione e il cambiamento in termini di adattamento. In sintesi, ciò che propongono è un lavoro in cui l’emozione verrebbe regolata attraverso il filtro cognitivo per dare un risultato visibile sul piano comportamentale.

La teoria della nascita e il metodo basato sull’interpretazione dei sogni

Appare fondamentale e vitale, in questa sede, cercare le risposte circa la fisiologia e la patologia dell’adolescenza, nella “teoria della nascita” di Massimo Fagioli. Il rivoluzionario pensiero dell’autore di “Istinto di Morte e Conoscenza” si sviluppa innanzitutto dall’idea di una nascita sana degli esseri umani, sana e uguale per tutti. Approfondiremo poi, il discorso teorico che si articola sulle tappe evolutive della realtà psichica dell’essere umano: nascita, svezzamento, visione del e rapporto con, l’essere umano diverso. L’intento, è quello di evidenziare come le dinamiche dei primi rapporti interumani e le eventuali alterazioni in termini affettivo-emozionali che ne derivano, possano influenzare la costituzione della realtà interna dell’adolescente che dovrà confrontarsi con i coetanei e con l’insorgenza del desiderio. È qui che possono comparire affetti ed emozioni “disregolati”, ma per quale alterazione? Ci sembra dunque fondamentale approfondire il termine “disregolazione”. Ci chiediamo: a quale regola sarebbero sfuggite le emozioni? Partiremo dunque dal rivoluzionario pensiero della “teoria della nascita” per proporre una prassi terapeutica della DEA, che si muove con il fine di guarigione, attraverso l’interpretazione e la frustrazione di dinamiche inconsce patologiche e mediante la consolidazione degli elementi validi ed originali del mondo interno dell’adolescente.

 

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