Le parole nuove Studio sulle parole e il linguaggio della prima edizione di Istinto di morte e conoscenza

ABSTRACT

Questo paper vuole essere un contributo filologico allo studio del linguaggio della teoria della nascita. Vorremmo indagare in particolare il linguaggio di Istinto di morte e conoscenza del 1972, in quanto in quell’occasione l’esistenza di un linguaggio nuovo in ambito medico psichiatrico, che esponeva una Teoria mai esistita sulla realtà umana, seppur precedentemente utilizzato oralmente e per la scrittura di alcuni articoli, si concretizzava per la prima volta in un libro, creando un movimento culturale dirompente e portando ad una rivoluzione del linguaggio anche in ambito culturale ed artistico, linguistico e letterario.

Riteniamo che questo topic non sia stato ancora approfondito in tutta la sua ampiezza.

Massimo Fagioli inizia la ricerca sul linguaggio prima della scrittura di Istinto di morte e conoscenza. Poi, quando egli è ormai l’autore dei tre libri e lo psichiatra dell’Analisi Collettiva, nel 1976, con la revisione formale di alcuni passaggi di Istinto di morte e conoscenza, ne scrive. In particolare, con la nota a proposito della distinzione tra fantasia e fantasticheria, che racchiude anche una dichiarazione di intenti per il futuro della ricerca sul linguaggio, che Fagioli svilupperà in molte occasioni, raggiungendo vette altissime, fino alle pagine della rubrica Trasformazione della rivista Left.

Ma la ricerca qui proposta vuole rilevare e documentare la forza e la dirompenza che già caratterizzava le parole che Massimo Fagioli usò nel 1972.

Il senso, il suono e, in alcuni casi, anche il significato completamente originali attribuiti dalle idee dell’autore ai termini usati ne hanno fatto parole che si possono definire “nuove”, “mai esistite”. Parole che hanno avuto bisogno di una grandissima forza e resistenza per essere forgiate e che hanno impresso un cambiamento radicale alla cultura occidentale, razionale, religiosa ed esistenzialista del tempo. Parole che ancora oggi suonano coraggiosamente rivoluzionarie. Parole che Massimo Fagioli ha scavato nelle rocce del passato, separato dai vari contenuti che le culture di volta in volta dominanti avevano loro attribuito, parole ritrovate, estratte, distillate, arricchite; o trasformate, create poeticamente e, infine, condivise, in un linguaggio nuovo, che era necessario far nascere per parlare di qualcosa di mai scoperto e verbalizzato prima.

Il presupposto di tale ricerca è che ogni parola usata da un autore riverberi delle sue idee, delle sue immagini, del suo sentire e del suo vissuto: contenga cioè in sé una condensazione di idee/pensieri e faccia riferimento a tutto il pensiero di fondo della persona che le ha scelte ed usate. Partendo quindi da questa prospettiva saussuriana di differenza tra langue e parole, che ovviamente non mette in dubbio l’universalità e la comprensibilità del linguaggio, il suono e il senso di ogni parola usata da Fagioli, avevano in sé, definivano, e promuovevano contenuti nuovi e rivoluzionari sulla visione della realtà e della verità umana, per la novità assoluta del suo pensiero e della sua Teoria.

Come ausilio alla nostra ricerca, abbiamo consultato dizionari etimologici, cartacei ed online. Abbiamo indagato la storia della vita culturale delle parole oggetto del nostro studio, l’uso che artisti, letterati ed eruditi avevano fatto di esse. Abbiamo individuato infine alcune caratteristiche distintive del linguaggio fagioliano, prendendo in prestito termini e categorie della linguistica, come ad esempio il concetto di parola polirematica di Tullio De Mauro o quello di lessema complesso, a confronto con quelle che noi abbiamo individuato come composizioni di parole. E infine abbiamo proposto una catalogazione preliminare delle sue parole. In conclusione allo studio, tracceremo un orizzonte possibile per una linguistica che consideri la teoria della nascita contenuto e strumento imprescindibili per il proprio sviluppo.

Le parole di Istinto di morte e conoscenza

Linguaggio scientifico e linguaggio poetico.

Il pensiero verbale quando il tema è il non cosciente: una sintassi nuova. [possibile approfondimento: reazioni dell’editore].

Parole nuove.

Parole mutuate dalla letteratura [es. istinto di morte; indifferente]

Espressioni latine adottate [es. hic et nunc ecc.] e/o rinnovate [es. vita tua vita mea]

Parole estere [es.setting]

Composizioni di parole [es. fantasia di sparizione; pulsione di annullamento; inconscio mare calmo].

Parole derivate ma nuove [es. anaffettività da anaffettivo]

Parole a cui è stato dato un senso mai avuto:

  • nuovo contenuto perché nuova antropologia [es. fantasia; infantile];
  • Dalla realtà materiale alla dinamica inconscia, neologismi semantici [es. assenza; annullamento; rapporto; vitalità];
  • differenziazione di termini usati come sinonimi [es. fantasia-fantasticheria; capire-comprendere; realizzare-attuare]
  • definizione di parole [es. desiderio; invidia];
  • precisazione di parole della psichiatria o della psicoanalisi [es. identificazione; introiezione; proiezione; frustrazione] e loro individuazione specifica [es. pulsione].

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